Secondo una recente indagine dell’Ocse, i costi della telefonia mobile in Italia sono poco più alti della media europea (tra i 28 paesi inclusi nell’indagine Ocse). Il costo più basso è nei paesi scandinavi, mentre il più alto è in Canada, Spagna e Usa.
Purtroppo le conclusioni a cui giunge l’Ocse sono fuorvianti; i dati così raccolti sono poco attendibili, perché il metodo d’analisi e i criteri impiegati sono ambigui.
Già diversi esperti del settore hanno letteralmente smentito le conclusioni a cui giunge l’Ocse. Da una prestigiosa istituzione internazionale ci si aspetterebbero studi e analisi più accurate e meno superficiali. L’obiettivo di tali studi è infatti quello di aiutare ad individuare modelli di sviluppo, eventuali e potenziali problematiche e soluzioni. Con questa indagine l’Ocse fa esattamente l’opposto.
L’Ocse sostiene che i prezzi della telefonia mobile (wireless) sono più bassi in Europa rispetto al Canada o agli Usa. Questo il primo errore. L’Ocse compara due mercati – Nord America ed Europa – molto diversi tra di loro senza tenere in considerazione queste sostanziali differenze. Se considerasse le diversità ne risulterebbe un quadro molto diverso, la fotografia finale sarebbe un’altra.
Secondo un accurato studio di Merrill Lynch, negli Usa la telefonia mobile è utilizzata per un numero di minuti doppio rispetto a quanto si faccia in Canada; tre volte superiore all’utilizzo che se ne fa nella regione più attiva in Europa, la Francia; otto volte superiore alla Germania.
Negli Stati Uniti c’è molta più competizione tra operatori di quanta ce ne sia in Europa: ci sono quattro operatori nazionali principali e 125 operatori secondari o locali. Nello studio dell’Ocse se ne prendono in considerazione soltanto due. L’ambiente fortemente competitivo fa si che il guadagno per ciascun minuto sia più basso per gli operatori Usa rispetto a quelli europei. Sempre secondo Merrill Lynch, i fornitori di telefonia mobile hanno un guadagno per minuto di 0,29 $ in Svizzera; 0,21 $ in Olanda; 0,16 $ in Belgio, Danimarca e Germania. Negli Usa il guadagno scende a 0,05 $. Molto diverso da quanto sostiene l’Ocse.
L’Ocse prende in considerazione una media di utilizzo della telefonia mobile “rappresentativa” discutibile. Per l’Ocse un individuo utilizza mediamente in un anno 780 minuti di chiamate, 600 sms e 8 mms all’anno al costo, negli Usa, di 53 $ al mese. Secondo questi dati però l’utilizzo medio di un anno equivarrebbe a 63 minuti, 50 sms e meno di un mms al mese. Questi numeri non riflettono la realtà. Un’indagine del CTIA (international association for the wireless telecommunications industry) dimostra che il consumo medio Usa è invece di 760 minuti e 450 sms mensili ad un costo di 50,07 $. Anche se facessimo come l’Ocse, e considerassimo che la metà dei minuti sono per chiamate in uscita, la media dei minuti di chiamate in uscita sarebbe comunque sei volte superiore a quella a cui giunge l’Ocse attraverso la propria discutibile metodologia.
Uno studio accurato avrebbe dovuto calcolare il costo per unità-minuto. L’Ocse non lo fa. Negli Usa si ricorre alla telefonia mobile molto più di quanto si faccia in Europa. Il costo per minuto è perciò molto più basso. Cosi come la corsa singola della metropolitana costa indubbiamente meno dell’abbonamento mensile, il costo di ogni corsa di chi possiede un abbonamento scende costantemente all’aumentare del numero delle corse effettuate.
A questo si possono aggiungere altre argomentazioni, che qui non è possibile affrontare in dettaglio per ragioni di spazio. Ad esempio 150 sim per 100 utenti non possono essere certo considerate un vantaggio competitivo. Una riflessione è forse necessaria. Negli Usa esiste una varietà molto più ampia di dispositivi wireless rispetto all’Europa. Secondo la CTIA, sono almeno 600 i modelli di dispositivi disponibili negli Usa, rispetto ai 150 della Gran Bretagna, leader in Europa; i dispositivi che stanno rivoluzionando la comunicazione sono pensati, prodotti e più diffusi negli Usa: iPhone, BlackBerry e Android. L’Ocse si è dimenticata questo piccolo dettaglio.
L’Ocse produce studi per fornire modelli ai paesi in via di sviluppo. In verità in casi come questo rischia di fornire un disservizio. Leggendo lo studio appena rilasciato si guarda all’Europa come unico modello. E’ un errore tanto grave quanto pericoloso. L’Ocse avrebbe dovuto invece sottolineare maggiormente l’importanza del “pacchetto Telecom” che resta ancora bloccato tra Parlamento e Commissione Europea, invitando le istituzioni del vecchio continente ad applicarlo quanto prima, proprio al fine di fornire un servizio migliore ai cittadini europei. La buona notizia potrebbe venire proprio da lì, nei prossimi mesi. Ma per farlo occorre che le istituzioni siano più attente ai problemi del mercato, i politici più attivi nell’interesse dei consumatori e l’Ocse più accurato nei propri costosi studi.
Fonte: Affaritaliani.it