“Abbiamo il più elevato tasso di crescita del mercato e fra qualche anno pensiamo di poter scavalcare Nokia ed essere leader nei cellulari”. Amedeo D’Angelo, Vice Presidente della Divisione Telefonia di Samsung Electronics Italia, non usa troppo giri di parole per illustrare quali siano i piani a medio termine del gigante coreano nella telefonia mobile e non solo. Alla precisa osservazione “ma Nokia è ancora lontana” la risposta non si è fatta attendere: “Samsung può mettere in campo un modello industriale che nessun altra azienda può vantare e mi riferisco ai componenti dei dispositivi, che produciamo in toto, e una strategia che ha dimostrato di essere migliore rispetto a quella dei concorrenti”.
Più che di un guanto di sfida è una dichiarazione di guerra in piena regola, alquanto dettagliata per ciò che concerne i fronti di battaglia che la caratterizzano. Uno di questi è il diverso approccio – di Samsung rispetto a Nokia – verso il prodotto e le applicazioni e i servizi disponibili con esso. “Per noi – sottolinea con enfasi D’Angelo – contenuti e servizi sono accessori collaterali rispetto al terminale: nel 2009 lanceremo a livello mondiale ben 158 nuovi modelli e nessun altro vendor farà lo stesso. Investire troppo sul software e sulle applicazioni pregiudica lo sviluppo del cellulare e per noi il core business è quello di vendere i dispositivi, non i servizi”. Il messaggio è assai esplicito e ridimensiona di fatto la candidatura di Samsung (per altro mai rimarcata dalla società) ad ennesimo “follower” di Apple e del suo App Store per quanto riguarda i “negozi” di applicazioni on line.
Con Android per battere Nokia e l’iPhone
Al chaebol coreano interessa, lo si è capito chiaramente, sopravanzare Nokia nelle classifiche di vendita e l’aver sposato il progetto Android fa parte di questa strategia di crescita. “Sui sistemi operativi – spiega infatti il manager – la nostra è una politica aperta e indipendente: utilizziamo Symbian (la piattaforma di Nokia, ndr), Windows Mobile, Linux, il nostro software e ora anche quello di Google. Con Android lanciamo una sfida credibile a tutta la famiglia di prodotti touchscreen disponibili sul mercato. Abbiamo prezzi più accessibili rispetto all’iPhone e offriamo l’interfaccia utente più avanzata. Il nostro (il riferimento va a Galaxy i7500, primo modello basato su Android di Samsung, ndr) non è un googlefonino, è un terminale che sfrutta un sistema open source e che abbiamo personalizzato in termini di servizi e applicazioni. È solo il primo della serie, presto ne avremo uno low cost, quindi uno con tastiera Qwerty. L’obiettivo, anche nei touchphone, è quello di avere una gamma di prodotto completa e multipiattaforma, in grado di coprire tutte le diverse esigenze funzionali e di disponibilità di spesa degli utenti”. Se, a quanto pare, non c’è la minima intenzione di ridurre il numero di sistemi operativi utilizzati quanto è concreta la scommessa di Android? Anche in questo caso le parole di D’Angelo non lasciano molti dubbi: “questa piattaforma, che si indirizza al mondo consumer, ha potenzialità di crescita enormi e ritengo che già entro il 2010 possa superare Windows Mobile, sia sul mercato che nell’ambito del catalogo prodotti di Samsung. L’importante è che tutti i soggetti coinvolti – Google, i produttori di telefoni e gli operatori telco – facciano la loro parte sotto il profilo degli investimenti necessari allo sviluppo di Android”.
Vendite in crescita del 25% rispetto al 2008
Se c’è una macchia nell’attuale azione di Samsung nei cellulari (conti economici a parte) questa si chiama smartphone, il comparto dove Apple, parole di D’Angelo, “ha cambiato le regole del gioco pur posizionandosi nella fascia alta”. Perché la casa coreana non è a livello mondiale, secondo Gartner, nella top five della classifica di vendita? I manager italiani della società fanno su questo punto quadrato e mettono innanzitutto in evidenza come la quota di mercato nel Belpaese sia arrivata (i dati sono di Gfk) al 23%, la seconda più corposa in assoluto dopo quella di Nokia.
È quindi solo questione di tempo per vedere Samsung farsi strada anche nel segmento a maggior valore (e ancora in crescita) dei telefonini a scapito di Apple, Rim e Htc? Vedremo. Chiamato a un’ultima battuta inerente gli effetti della crisi economica sul mercato dei cellulari, D’Angelo si dimostra infine coerente con l’atteggiamento a “tutto muscoli” iniziale. “Quanto peserà la crisi? In un mercato saturo come quello italiano, dove si venderanno circa 22 milioni di cellulari quest’anno, Samsung è cresciuta nei primi sei mesi del 32% in volumi e punta a guadagnare sei punti di marketr share entro la fine dell’anno. Su scala globale abbiamo prodotto e distribuito nel 2008 sul mercato 196 milioni di terminali e il target di quest’anno è fissato a poco meno di 250 milioni”. L’incremento, per un mercato previsto in calo anche del 10%, è del 25%: i concorrenti sono avvisati.
Fonte: Ilsole24ore.com