Fino agli anni ’50 la commutazione automatica era utilizzata fondamentalmente solo a livello locale. Basti pensare che l´Italia, paese di avanguardia in questo settore, raggiunse la piena automazione del servizio locale solo a metà degli anni ´60. Il servizio interurbano avveniva per la gran parte attraverso le allora famose “telefoniste”. Che emozione!
E le tariffe? Esistevano quelle urbane ed interurbane…e basta!
Oggi, con le nuove tecnologie, telefoniamo dal fisso, dal mobile, da internet (voip), dal satellitare… ma per saper quanto spendiamo e quale tariffa ci conviene è un compito arduo, impossibile, investigativo, impegnativo, comparativo e quasi sempre poco chiaro per le mille postille che hanno il solo compito di confondere e sapientemente mostrare il contrario di ciò che contrattualmente si offre.
I gestori della telefonia, interessati al business, sono molti e di conseguenza i servizi variano continuamente, ma non per offrire tariffe più convenienti, ma per mantenere uno stato confusionale sempre nuovo:large a time, carta sms, europa con e senza confini, maxxi e mini week, life with mobile, media an social, tech-nolimits better e cosi per ogni cambio stagione, pur di mescolare regole, norme, contratti, tariffe ed apparire sempre come un operatore superattivo!
E poi non ci deve meravigliare se leggiamo che in Italia, pur essendo il regno dei cellulari, le tariffe sono tra le più care d’Europa. Il dato emerge da un rapporto dell’Ocse, che ci colloca decisamente oltre la media dei 28 Paesi presi in esame, con 394,26 dollari l’anno (contro 317,77), per un pacchetto comprendente telefonate di poco più di 2 minuti al giorno, 600 sms e 8 mms in un anno.
La classifica vede l’Italia al diciannovesimo posto per chi fa del telefono mobile un uso moderato, al ventesimo posto per chi fa un uso medio, al sedicesimo per chi ha alti consumi. Nel vecchio continente i Paesi più ‘convenienti’ sono Finlandia, Paesi Bassi e Svezia.
Un altro aspetto importante nel campo della telefonai riguarda le modalità del cambio gestore. Dopo anni dalla regolamentazione del problema, ancora si riscontrano forti problemi. Le difficoltà a cambiare gestore telefonico interesserebbero, secondo quanto riportato nella lettera della Federconsumatori e Adusbef, sia la telefonia fissa, che quella mobile.
Nella missiva le due associazioni di difesa dei diritti dei consumatori avrebbero chiesto ad Agcom di intervenire, affinché si crei un regime di maggiore simmetria tra gli operatori telefonici, appellandosi al diritto alla libera scelta dei cittadini.
Ma per fortuna da marzo 2010 ci saranno tempi più brevi per cambiare gestore telefonico. Dall’anno prossimo baste¬ranno cinque giorni per passa¬re da una compagnia all’altra. L’ha deciso l’Autorità per le ga¬ranzie nelle Telecomunicazioni con una delibera destinata a cambiare le abitudini di 21 mi¬lioni di abbonati. Molti dei qua¬li, piuttosto che avventurarsi nel labirinto della burocrazia e correre il rischio di restare impi¬gliati nei lunghi passaggi neces¬sari a cambiare gestore, finora hanno preferito lasciare le cose come stanno.
E poi è stato decretato l’obbligo per i gestori telefonici di mantenere il credito residuo degli utenti, anche nel momento in cui avvenisse un passaggio verso un altro operatore. Dal 10 agosto 2009 decidere di cambiare operatore telefonico non significherà più perdere il credito residuo.
Alla fine di queste riflessioni forse ci viene da rimpiangere il periodo del vecchio telefono in bachelite degli anni ’50.
In fondo gli utenti italiani sono stanchi di questo mercato che utilizza sempre strumenti poco chiari e con prezzi molto alti. Non vogliono più essere i “pierini” europei e vorrebbero essere gestiti in materia con più managerialità. Stà di fatto che il mercato italiano della telefonia mobile ha fatto registrare un forte calo nel primo trimestre del 2009.
Secondo un’analisi della società britannica “The Mobile World”, le utenze mobili del nostro paese sono diminuite di 320.000 unità, un dato record, che oltretutto va ad aggiungersi alla flessione dei tre mesi precedenti. I principali gestori telefonici hanno visto un sostanziale decremento dei propri utenti: Tim ne ha persi ben 630 mila, Vodafone 230 mila. Unica eccezione Wind, che ha invece incrementato le proprie utenze di 340 mila unità.
Fonte: Vitadidonna.org