I cellulari fanno male, ma non a tutti nella stessa misura: quelli che rischiano di più sono bambini, adolescenti e giovani fino ai 20 anni, per i quali la possibilità di sviluppare un tumore al cervello è cinque volte più alta se usano il telefonino.
Questa è la sintesi di una ricerca svedese pubblicata dall’inglese Indipendent on Sunday e che sta facendo molto discutere per i risultati cui è arrivata. Se da sempre si parla dell’eventuale pericolosità delle onde elettromagnetiche emesse dai cellulari, ora sembrano arrivate le conferme.
Secondo gli autori della ricerca, coordinati dal professor Lennart Hardell dell’Ospedale Universitario di Orebro, i bambini sotto i 12 anni dovrebbero usare il cellulare “solo in caso di emergenza”; per i teenager, invece, cui è difficile vietare il telefonino, il consiglio è “usare il vivavoce” e “concentrarsi sui messaggi di testo”.
La maggiore vulnerabilità dei bambini e dei giovani deriva dall’incompleta maturazione del cervello e del sistema nervoso, che ancora si stanno sviluppando, e dalla maggiore sottigliezza dei crani rispetto a quelli degli adulti, che permette una penetrazione più massiccia delle radiazioni.
“Le persone che hanno iniziato a usare i telefoni mobili prima dei 20 anni hanno 5 volte più possibilità di sviluppare un glioma”, un tumore del tessuto nervoso. Non sono solo i cellulari a essere sotto accusa, ma tutti i dispositivi portatili: tra i pericoli ci sono anche i cordless, diffusi in molte case, e le trasmissioni Wi-Fi.
Per chi ha cominciato dopo i 20 anni, invece, dopo 10 anni di uso dei telefonini la possibiltà di sviluppari un glioma è maggiore solo del 50 per cento (rispetto a chi non usa il telefonino) ed è doppia quella di incorrere in un tumore del nervo acustico (che causa sordità), mentre non ci sono dati a così lungo termine per chi abbia cominciato da giovane.
Finora non erano state dette parole così chiare su questo argomento; nessuno aveva mai affermato in maniera tanto categorica i seri rischi connessi all’uso dei cellulari e degli altri apparecchi mobili. E c’è anche chi ritiene che i risultati di questa ricerca siano falsati.
Secondo il National Radiological Protection Board inglese (cui il governo britannico si affida per stabilire i livelli di sicurezza), nello studio svedese “non abbiamo trovato un accrescimento del rischio di tumore al cervallo associato all’esposizione ai telefoni mobili”. Mancherebbe la necessaria “precisione statistica” per trarre la conclusioni di cui Hardell sembra tanto sicuro.
Il professore svedese, infatti, non ha dubbi: “È un segnale d’avvertimento. È molto preoccupante. Dovremmo prendere delle precauzioni”. Anche perché ci sono tumori che impiegano decenni a svilupparsi: molto più tempo rispetto alla presenza dei telefonini sul mercato. I danni sul lungo periodo – specialmente per i giovani, sui quali si vedranno gli effetti solo tra trenta o quarant’anni – potrebbero dunque essere ben peggiori di quanto appaia ora.
Secondo David Carpenter, della Scuola di Salute Pubblica dell’Università di New York, “i bambini passano molto tempo al telefonino. Potremmo trovarci di fronte a una crisi della salute pubblica in un’epidemia di tumori al cervello come risultato dell’uso dei telefoni cellulari”.
Lennardt Hardell vorrebbe ora fare altri studi perché il quadro sembra davvero preoccupante. Finché ulteriori ricerche non chiariranno meglio la situazione, il consiglio che tutti danno è ridurre l’uso del cellulare.
Ewg ha stilato una classifica che mostra i valori, espressi in Watt per chilogrammo, delle emissioni elettromagnetiche. La pericolosità non è certa, ma è bene essere informati.
Con quattro miliardi di telefonini diffusi in tutto il mondo e con il ripetersi periodico dell’allarme sui possibili pericoli delle radiazioni elettromagnetiche che emettono, una classifica come quella stilata da Ewg desta interesse.
L’Environmental Working Group è un’organizzazione senza scopo di lucro che periodicamente pubblica un elenco dei cellulari, ordinati a seconda di quanto siano intense le radiazioni che emettono.
L’orientamento di fondo di Ewg è: “per ora non ci sono conferme circa la nocività dei cellulari ma, in ogni caso, è bene essere informati”.
I valori indicati sono espressi in Watt per chilogrammo, un’unità di misura che indica il tasso di assorbimento specifico o Sar (la potenza assorbita da un corpo umano esposto a un campo elettromagnetico).
Così possiamo scoprire che tra i telefonini in vendita negli Usa, in cima alla classifica dei cellulari “buoni” si pone Samsung con il modello Impression, le cui emissioni si situano tra 0,15 e 0,35 W/Kg; nei pressi c’è anche il Motorola Razr, con 0,36 W/Kg.
Al lato opposto della classifica, ossia tra i “peggiori”, troviamo smartphone noti come il BLackBerry Curve 8330 o il Motorola W385, alla pari con 1,54 W/Kg.
Non poteva mancare l’iPhone di Apple, i cui valori si assestano su 1,19 W/Kg o il recente BlackBerry Storm, che arriva a 0, 57 W/Kg.
I dati di Ewg non sono fini a sé stessi: considerato che, sebbene i dati non siano conclusivi, recenti ricerche “sollevano serie questioni sui rischi di cancro legati all’uso del cellulare”, il gruppo ha deciso di chiedere al governo americano di abbassare il limite, attualmente fissato a 1,6 W/Kg.
Non a caso in alcune nazioni, come la Francia, sono state emesse delle normative per disincentivare l’uso dei cellulari da parte dei bambini.
Fonte: Predazzo.blogolandia.it