Secondo l’avvocato generale della Corte del Lussemburgo la Commissione ha diritto di imporre un tetto di spesa generalizzato a livello europeo alle tariffe di roaming, poiché “può essere legittimamente considerato funzionale alla realizzazione del mercato interno, eliminando gli ostacoli alle attività economiche transfrontaliere”. E’ quanto si è appreso oggi dalle conclusioni dell’avvocato Miguel Poiares Maduro che, pur non essendo vincolanti, nell’80% dei casi vengono poi confermate dai giudici che emettono la sentenza definitiva.
La normativa contestata da quattro operatori di telefonia mobile (Vodafone, Telefonica O2, T-Mobile e Orange) – perché violerebbe il principio di sussidiarietà – era entrata in vigore il primo luglio di quest’anno.
Proposta dalla Commissione e approvata da Parlamento Europeo e dal Consiglio dei ministri dell’Ue, prevede un calo entro il 2011 del costo delle chiamate effettuate da un paese estero dell’Unione dall’attuale media di 46 centesimi a 35 e da 22 a 11 centesimi per le telefonate ricevute. Per quanto riguarda gli sms, invece, si impone un tetto massimo di spesa a 11 centesimi.
Paradossalmente, quindi, un messaggio di testo inviato dall’estero da uno dei ventisette paesi membri dell’Ue può costare meno di uno inviato dall’Italia (il cui costo in molti casi resta superiore a 11 centesimi), visto che la Commissione nulla può fare per le tariffe interne (e qui sorge il dubbio, comprarsi una sim estera da utilizzare solo per mandare sms?).
L’avvocato generale ha inoltre ricordato che gli operatori realizzano con il roaming margini di profitti di oltre il 200% per le chiamate effettuate e tra il 300 e il 400% per quelle ricevute.
Fonte: lastampa.it