Metti due novità assolute e un fuoriclasse androide a confronto. Ecco la sfida tra tre smartphone touch – vietato chiamarlo anti iPhone – diversi tra loro ma accomunati da un livello tecnico sopra la media e soprattutto dallo schermo sensibile al tocco delle dita. Si chiamano Htc Hero, senza dubbio il migliore supercellulare con sistema operativo Android di Google, il Sony Ericsson Satio, che fa leva su un megadisplay in 16.9 e su una fotocamera da record con i suoi 12.1 megapixel e, infine, una primizia assoluta: il nuovissimo BlackBerry Storm 2 di Rim, che Nòva24 è riuscita eccezionalmente a provare all’estero.
Partiamo proprio da quest’ultimo che rappresenta la versione rivista e corretta del primo touch di Rim che non brillava per velocità e feedback ai polpastrelli. Il nuovo modello è invece più performante in tal senso grazie al nuovo sistema operativo versione 5.0, allo schermo sempre basculante ma integrato alla perfezione nella scocca (quello di prima era leggermente disunito) e al lungo lavoro di perfezionamento eseguito da Rim sui menù. A differenza degli altri touch, lo schermo dello Storm 2 si abbassa ogni volta che si preme un tasto virtuale: ottimo il sistema che abbina un movimento meccanico a un’interazione virtuale. E poi i menù sono ora ben più versati all’esperienza al tocco perché le funzioni sono spaziate correttamente così che si possano scegliere con i polpastrelli. E poi il nuovo BlackBerry è reattivo e veloce nello spostarsi tra le varie opzioni.
Il Satio più che uno smartphone è una macchina fotografica con schermo touch votata alla condivisione e al social networking, un supporto doveroso per i modelli più recenti. Non a caso, sia BlackBerry sia Android offrono software accessori per accedere alle principali community (Facebook, MySpace e Twitter). Il display è gigante (3.5 pollici) più grande di quello degli altri contendenti. È molto luminoso, il formato panoramico lo rende ideale per il multimedia da passeggio. L’ingombro è il medesimo dell’Htc (lo Storm 2, invece, è leggermente più piccolo e compatto del suo predecessore) ma il design è totalmente diverso. Il nipposvedese ha linee morbide rivestite da materiali sofisticati e sul retro spicca la gobba dello sportello che copre la fotocamera da ben 12 megapixel. I pulsanti, a parte quello di accensione, sono facilmente individuabili; lo Storm si avvia premendo un tasto sopra lo schermo e nell’uso si apprezzano le cornette per accedere velocemente al reparto telefonico. L’Htc sfoggia un design particolare, che forse può non piacere a prima vista ma che all’atto pratico con la sua pallina-puntatore centrale rivela tutta la sua praticità insieme a un display multitouch reattivo e veloce. La combinazione di questi due sistemi di interazione è uno dei punti di forza dell’Hero, perché consente di usare le funzioni fondamentali dello smartphone anche con una mano sola. Cosa non sempre vera con i telefoni al tocco (l’iPhone ha bisogno di due mani). E se da una parte il Satio brilla per la qualità fotografica (ha anche un flash xenon e un software che rileva quando c’è un sorriso da immortalare), l’Htc da questo punto di vista è carente ma si fa perdonare per la semplicità del sistema operativo Android e per l’integrazione con il mondo online di Google e dei suoi servizi: dalla mail al calendar, dalle applicazioni disponibili di serie fino al Market, un portale verso un mondo di software aggiuntivi tali da fare invidia anche al melafonino.
L’ergonomia di Hero è molto buona, così come è ben studiata quella del Satio, e anche quella dello Storm 2 non delude, anzi il BlackBerry ora si può ben usare al tocco. Per resa del touch screen il migliore ci pare proprio l’Htc, mentre lo Storm 2 è un BlackBerry touch finalmente convincente. Per finitura brilla il Sony Ericsson, è il più lussuoso e il più appariscente, mentre Hero si fa notare per il suo aspetto da macchina seria. Dal canto suo, il BlackBerry ha tutto il fascino un po’ business con un tocco all’ultima moda.
Fonte: ilsole24ore.com