Tanti i muri da abbattere, in Sardegna ce n’è uno chiamato digital divide, «divario digitale». Un muro che non si vede ma è pesantissimo. Separa le zone che possono usufruire della connessione internet a banda larga, dell’Adsl, da quei centri che invece attendono da anni. Con gravi ripercussioni sulle attività economiche, sui servizi, sulle semplici comunicazioni via mail tra cittadini. Perché oggi Internet senza la velocità è una vecchia carriola.
Ci sono anche paesi dove la banda c’è, ma non è abbastanza larga da favorire anche le attività che si svolgono fuori del centro abitato. Come accade a Mores, dove la famiglia Magliona ha coraggiosamente creato dal nulla un miracolo chiamato autodromo, una struttura che altrove sarebbe già stata santificata come fonte di ricchezza per il territorio. Ma la cui attività viene ostacolata dall’assenza di una connessione veloce. Insomma, se in pista si corre forte, non altrettanto si può dire per le autostrade telematiche.
«La centralina è distante 5 chilometri dall’autodromo – dice Omar Magliona, gestore – e la linea non arriva, o il segnale è comunque troppo debole». In che modo viene penalizzata l’attività? «Ad esempio: qui vengono case costruttrici importanti come Ducati, Bmw e Subaru e dopo le prove i tecnici o i giornalisti al seguito hanno necessità di mandare in tempo reale foto e materiale. Navigando a 56 kb risulta impossibile. Oppure: ci sono case che mi chiedono la brochure del circuito in formato pdf? Bene, con la linea tradizionale ci vogliono 15 minuti per completare l’invio». Ma non solo. In vari punti del circuito non arriva nemmeno il segnale dei cellulari.
Non è l’unico luogo nel quale l’apertura della porta sul mondo web deve ancora attendere. Anche a Padru si viaggia lentamente, con tutte le difficoltà che derivano dai collegamenti attraverso vecchi modem a 56 kb: la linea analogica non è stata ancora sostituta con la linea Adsl, un gap tecnologico causato da questioni burocratiche. L’avvio della rete Adsl è atteso da tempo: la Telecom ha già realizzato, oltre un anno e mezzo fa, le infrastrutture necessarie sia nel centro abitato che nelle frazioni, ma il servizio non è ancora partito. A bloccarlo, la mancanza di autorizzazione agli scavi per il posizionamento della fibra ottica da parte della Provincia, nel tratto Loiri-Padru.
L’assessore alle manuntenzioni Salvatore Corda, da mesi, si è attivato per cercare di far decollare il servizio, bussando alle porte dell’ufficio regionale competente e della Telecom, pressato anche dalle sollecitazioni di tanti cittadini che si sono mobilitati raccogliendo firme per una petizione popolare, che si apprestano a inviare agli enti preposti, chiedendo che si metta fine all’estenuante attesa. Facile capire i disagi pratici in cui incorrono quotidianamente lavoratori, studenti, imprese e uffici pubblici – quelli comunali sono gli unici ad avere l’Hdsl -, con linee che lavorano al rallentatore, operazioni proibitive che creano un grosso limite allo sviluppo economico e sociale del territorio. «Abbiamo dato immediatamente l’ok ai lavori per la posa della fibra ottica – spiega l’assessore -. Il problema, però, è che senza l’autorizzazione della Provincia non è possibile realizzare sulla strada provinciale lo scavo per il collegamento tra Loiri e Padru e tra Olbia e Loiri, per cui tutto è fermo. Ci auguriamo che questo stop si sblocchi presto. Dalla Telecom ci assicurano che, una volta ricevuta l’autorizzazione, i lavori saranno conclusi nel giro di due mesi».
Fonte: espresso.repubblica.it