Già da qualche anno, anche in alcune città italiane, i conti dei parcheggi a pagamento possono essere saldati attraverso gli sms dei cellulari, anche se con procedure spesso complicate e farraginose. In un futuro ormai prossimo i sistemi saranno molto più semplici e potremo così utilizzare i nostri telefonini per pagare la spesa al supermercato, acquistare bibite in una vending machine o magari per spedire denaro nel nostro paese d’origine. La tecnologia necessaria per i sistemi di mobile payment e, più in generale, per i servizi non transazionali basati su dispositivi Near Field Communication (Nfc), in realtà è ormai matura e potrebbe presto rivoluzionare i processi di pagamento, soprattutto per quanto riguarda gli acquisti di basso importo.
Mobile remote e proximity
È quanto evidenzia l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Nfc & mobile payment della School of Management del Politecnico di Milano, che prova innanzitutto a fare un po’ di chiarezza terminologica: nel mondo del mobile payment occorre fare una distinzione tra i servizi remote, che consentono di effettuare un pagamento a distanza tramite rete cellulare (ad esempio la ricarica di una smart card per il digitale terrestre) e quelli di proximity, in cui vi è una vicinanza fisica tra acquirente e prodotto/servizio acquistato (la spesa presso un punto vendita della grande distribuzione o il pagamento del biglietto su un mezzo di trasporto). L’analisi del Politecnico include anche il contactless payment – ossia il pagamento tramite carte dotate di questa tecnologia- e il mobile proximity marketing & service – ossia il marketing legato al cellulare come strumento di comunicazione di prossimità.
Il successo delle applicazioni
I numeri della ricerca evidenziano che in Italia (ma non solo) l’intero fenomeno è ancora in fase embrionale: nel 2009 il valore delle transazioni legate al mobile payment non ha superato le poche decine di milioni di euro ed è stato generato, principalmente, dalle donazioni e dalle ricariche del credito telefonico. Ma il 2009 ha portato anche alcuni numeri incoraggianti: i servizi di Remote Payment sono passati dai 69 del 2008 ai 78 del 2009 (+13%). Sia Sky che Mediaset Premium offrono il pagamento del Pay per view di spettacoli su Tv digitale o satellitare tramite Sms; sono anche cresciuti sensibilmente i servizi categorizzati dal Politecnico come “altro”, che includono l’acquisto di diversi beni, come l’abbigliamento. Inoltre, nonostante l’Sms rimanga la tecnologia predominante, è aumentato nettamente il peso dei servizi attivabili tramite mobile internet o applicazioni (passati dal 9% del 2008 al 24% nel 2009), grazie alla diffusione di apparecchi evoluti (smartphone) e alla riduzione delle tariffe di navigazione. Come esempi possono essere citati i servizi offerti da Trenitalia e Medusa Cinema, che consentono di prenotare e acquistare il biglietto tramite cellulare, oppure l’Apple Store, che permette di scaricare gli applicativi Yoox o e Nike.
La propensione degli utenti
Il mobile payment sembra dunque avere le carte in regola per affermarsi: secondo Filippo Renga, responsabile della ricerca dell’Osservatorio Nfc & Mobile Payment, nel giro di 2-3 anni circa un quarto degli italiani saranno dotati di cellulari di nuova generazione in grado di utilizzare i sistemi di mobile payment contacless. In questo senso la propensione degli utenti appare positiva: un sondaggio condotto dal Politecnico su 1500 consumatori dotati di cellulare (18-60 anni) mette in luce che ben il 42% utilizzerebbe questi servizi nel caso fossero loro proposti. I consumatori sono però allergici agli abbonamenti: la percentuale di interessati cala infatti drasticamente (-60%) nel caso in cui il mobile payment comporti un canone annuale di 10 euro.
Sistemi semplici e standard
Anche il lato dell’offerta sembra pronto a scommettere su questa nuova modalità di pagamento: attori della Gdo e gestori dei sistemi automatici di vendita si dichiarano interessati (rispettivamente 71 e 78%) a questa modalità, soprattutto con la speranza di migliorare servizio e immagine. Il cellulare insomma, ha tutte le carte in regola per diventare un importante mezzo di pagamento alternativo. L’eccessiva proliferazione di attori e la scarsa armonizzazione delle soluzioni, avverte la ricerca del Politecnico, rischia però di disorientare gli utenti, che si aspettano invece sistemi semplici, standardizzati e interoperabili.
Fonte: b2b24.ilsole24ore.com