È del tutto automatico pensare che una volta seduti di fronte allo schermo luminoso di un Pc o al display scintillante di uno smartphone si continui a rimanere protetti da occhi esterni e sguardi indiscreti nonostante l’avvio della navigazione in internet.
Navigare in internet, dopo di tutto, è un’azione che nella maggioranza dei casi viene svolta personalmente, e soprattutto individualmente, ma sembra proprio che tale convinzione non sia del tutto vera.
Secondo alcune indagini i cui risultati sono riscontrabili nel rapporto stilato dalla Electronic Frontier Foundation, sembra proprio che una volta avviata la navigazione, ogni utente diventi immediatamente riconoscibile, tanto che ogni con molta probabilità ogni internauta può divenire preda potenziale di spammers, phishers ed esperti di marketing.
La ricerca ha preso le mosse dall’analisi di ben oltre 900 mila test che, a risultato raggiunto, hanno dimostrato un’impressionane carenza della rete e del relativo sistema di protezione tanto che, oltre l’80% degli utenti, è stato facilmente identificato grazie alla configurazione del proprio sistema.
Un aspetto questo, che comincia a venir fuori con una certa intensità, come rivela altresì la denuncia sporta verso il social network Facebook, sotto accusa per via delle impostazioni sulla privacy.
Sembra essere oramai chiaro che, sia lo stesso browser a lasciare una sorta di indelebile impronta nell’etere durante la navigazione, impronta che consente di risalire all’identità del soggetto coinvolto.
A confermare tali teorie, un ulteriore test condotto da Panopticlick il quale ha determinato in maniera concreta che, almeno 8 persone su 10, possono essere individuate proprio tramite l’impronta lasciata in rete dal browser.
Di fronte a tali inquietanti notizie, a noi non resta che mantenere un certo grado di allerta che ci porti a stare più attenti e difenderci da eventuali attacchi telematici.