Facebook mobile cresce e ha deciso di semplificare la vita agli utenti e anche ai suoi ingegneri. Fino ad oggi, Facebook permetteva di accedere al sito in versione per cellulari tramite i due siti touch.facebook.com e m.facebook.com, progettati rispettivamente per gli smartphone di fascia alta con touchscreen, e per quelli con interfaccia touch.
Queste opzioni hanno sempre marginalizzato l’eventuale espandersi di applicazioni native di Facebook per Android, iPhone o altre piattaforme: di fatto, i 250 milioni di utenti mobili del social network (dati aggiornati) accedono al sito da Internet, tanto che a volte anche dal proprio browser può essere sorprendentemente efficace visitare la versione touch per una veloce consultazione della pagina, quando non si ha il tempo di perdersi nei feed di Facebook.
Questa scelta no-cloud che al momento caratterizza Facebook, segna un’altra tappa: la fusione dei due siti in uno soltanto. La notizia è stata data direttamente dal blog degli sviluppatori e si spiega con la necessità di uniformare l’esperienza utente, risparmiando anche il costo del dover intervenire sempre due volte con le stesse modifiche sui due siti.
Il nuovo riquadro della versione mobile di Facebook, basato su XHP (estensione che incorpora XML), Javelin (un Javascript) e WURFL (un open source per il database) utilizza lo stesso codice sottostante, e ha come risultato che alcuni elementi dell’interfaccia sono visualizzati diversamente, oppure non visualizzati (ad esempio tutto quel che concerne il geo-tagging) a seconda del cellulare che si sta usando.
D’ora in avanti, ogni qualvolta gli ingegneri introdurranno una novità nel back-end, sarà visualizzata soltanto se lo smartphone di riferimento supporterà il tutto o meno. Dunque non ci si dovrebbe accorgere di nulla e non ci saranno declassificazioni da parte di chi utilizza device di ultima generazione.
Questo passaggio sembra essere il primo risultato dell’acquisizione di Snaptu, che ha portato in California la tecnologia per l’update dei cosiddetti “featured phone”. Da qui l’omologazione dei due siti, delle due modalità, delle due esperienze.
Puoi votare l'articolo anche qui, gli articoli precedenti qui.