Le offerte di Internet in mobilità, termine coniato dalle compagnie telefoniche per indicare la possibilità di connettersi alla Rete ovunque ci si trovi, negli ultimi tempi fioccano sempre più numerose. In apparenza è tutto molto semplice: bastano un portatile e una chiavetta USB (detta anche Internet key o pen drive) oppure una Connect Card, la scheda da inserire nella porta PCMCIA, a fare da modem, ed è facile immaginarsi mollemente sdraiati su una spiaggia tropicale, mentre si consultano senza fretta le email e si dialoga via Skype con i colleghi d’ufficio.
Più prosaicamente, la navigazione in mobilità sembrerebbe la soluzione ideale per chi viaggia spesso per lavoro o per i pendolari che hanno necessità di collegarsi durante il tragitto casa-ufficio. Ma è proprio vero? Spesso succede che le cose non vadano proprio così.
Può non esserci abbastanza banda nella propria zona, per cui ci si trova a navigare a velocità che fanno rimpiangere il vecchio modem 56k; le tariffe non sono sempre trasparenti e basta un piccolo sforamento dal tetto massimo in ore o volume di dati consentito, per dover pagare bollette da capogiro. Metteteci anche i costi non esattamente “popolari” (la tariffa che più si avvicina a una classica flat, “Internet Facile senza limiti” di Vodafone, costa la bellezza di 45 euro al mese, più del doppio di una ADSL tradizionale) e capirete che prima di fiondarsi in un negozio di telefonia è forse il caso di pensarci un po’.
Piccole ed eleganti
Ci sono molti modi di connettersi in mobilità: con le pen drive, con le Connect Card o usando il telefonino come modem. Oggi vanno di gran moda le chiavette: più comode ed eleganti delle schede, sono propagandate e vendute quasi fossero oggetti di design. In realtà non sono altro che dei modem, al cui interno viene collocata la Sim dell’operatore telefonico. I principali produttori di chiavette sono la cinese Huawei, l’italiana Onda e Sony Ericsson.
È notizia recente che anche Nokia lancerà a breve il proprio dispositivo USB. Le internet key vengono offerte di solito in comodato d’uso gratuito dalle compagnie di telefonia mobile, associate a offerte che prevedono un vincolo biennale. In questi casi, sono sempre plug & play: basta inserirle nel pc per far partire il software di installazione che provvede a configurare in modo automatico tutti i parametri della connessione.
Se invece si vuole diventare a tutti gli effetti subito proprietari del dispositivo, acquistandolo negli e-shop degli operatori telefonici, bisogna sborsare fra i 150 e i 200 euro.
In Rete, su eBay per esempio, si trovano prezzi decisamente più bassi, attorno ai 70-80 per un prodotto semi-nuovo. L’importante è che la chiavetta così acquistata sia no-lock, ossia sia possibile inserire all’interno la scheda Sim del vostro operatore. In questo caso dovrete configurare manualmente la connessione: il dato fondamentale da conoscere è l’Apn (acronimo di Access point name, il punto di accesso alla rete), del vostro operatore. Per Tim è ibox.tim.it, per Vodafone, web.omnitel.it; Wind ha internet.wind e H3G utilizza il parametro tre.it.
HSDPA, SUPER UMTS, UMTS HI-SPEED O ADSM?
Le sigle sopra citate sono tutte varianti della stessa tecnologia, l’High Speed Packet Access, un protocollo introdotto nel 2006 nello standard UMTS per migliorarne le prestazioni. Oggi l’Hspa è utilizzato da tutte le maggiori reti di telefonia mobile e consente di navigare utilizzando le più recenti chiavette o Connect Card a una velocità di 7,2 Mbit/s in download e 2 Mbit/s in upload.
Si tratta in realtà di una tecnologia superata: si sta già lavorando all’Hspa+ o Hspa evoluto, che dovrebbe permettere il download di dati alla velocità massima di 42 Mb/s e l’upload fino a 22 Mb/s.
A partire da questa primavera i gestori dovrebbero cominciare a introdurre il nuovo protocollo sulle proprie reti.
In Italia Vodafone ha annunciato che da marzo/aprile 2009 sarà in grado di offrire ai propri clienti di Internet mobile velocità in download di 14,4 Mb/s. H3G (Tre) invece utilizzerà il 2009 per testare la velocità di 21 Mb/s e poterla offrire ai propri clienti nel 2010. Telecom, infine, entro i primi 6 mesi del 2009 aumenterà la velocità di banda in download fino a 21 Mb/s e quella in upload a 5,7 Mb/s.
Prestazioni davvero fantastiche, impensabili soltanto fino a qualche anno fa e paragonabili a quelle di una linea ADSL in fibra ottica.
Attenti però a non lasciarsi abbagliare dai numeri. Perché se l’Hspa+ è ancora soltanto un’affascinante promessa, nemmeno l’Adsm può dirsi compiutamente realizzata: la copertura del territorio è lungi dall’essere completa (secondo le ultime stime, dovrebbe aggirarsi attorno all’80% della popolazione) e le velocità di punta sono più che altro teoriche: si possono avvicinare, forse, nelle grandi città, dove più elevato è il numero di antenne e maggiore la presenza delle fibre ottiche, responsabili del trasporto dati da e per Internet e quindi della resa finale.
Fonte: Pcworld.it