Clark Kent avrebbe difficoltà a diventare Superman e Neo di Matrix faticherebbe non poco a tornare nella dimensione reale. Questi due grandi frequentatori di cabine telefoniche si troverebbero infatti davvero in crisi nelle città del Terzo millennio di tutto il mondo, dove i telefoni pubblici sono ormai in via di estinzione, dimezzati in dieci anni a causa, ovviamente, dell’avvento dei telefonini.
Stando ai dati raccolti dalle varie Autorità di settore, infatti, il numero di cabine telefoniche si è praticamente dimezzato nel corso dell’ultimo decennio praticamente in tutti i Paesi. Perfino nella vecchia Inghilterra, che conta tra i suoi marchi di fabbrica proprio la classica cabina telefonica rossa, ormai non è facilissimo chiamare con un telefono dalla strada.
Le cabine sono ormai appena 67mila, ma eliminare quelle meno frequentate non è stato ne sarà semplice per British Telecom, viste le proteste che la popolazione mette in campo a ogni tentativo. In ogni caso, laddove la rimozione ha successo, per la vecchia cabina rossa c’é sempre la possibilità di una seconda vita, nel giardino dei collezionisti che, a suon di sterline, comprano e restaurano i pezzi migliori.
In molti, per l’acquisto, si affidano a Internet: siti come englishphoneboxes.com, redphonebox.info o unicornkiosks.com offrono ampi cataloghi (i modelli sono molti), con prezzi che vanno dalle 850 sterline per un pezzo da restaurare a oltre 6mila per quelli più rari. In Italia, secondo le ultime cifre disponibili, Telecom Italia ne conta 160mila, una ogni 350 abitanti (contro le 294mila del 2000).
In altri termini, le cabine costano più di quanto rendano. Basti pensare che nel 2008 sul filo dei telefoni pubblici sono transitati solo 200 milioni di minuti di conversazione e che da oltre 5mila delle cabine sparse sul territorio nazionale si fanno meno di cinque chiamate al mese. Del resto l’ex monopolista deve assicurare alla popolazione il servizio telefonico universale, che si concretizza anche nella messa a disposizione degli apparecchi pubblici.
Un obbligo condiviso con tante altre società europee e che è invece caduto in Danimarca, Svezia e Germania. I livelli di qualità (collocazione dei telefoni pubblici in alcuni specifici luoghi come ospedali, carceri, caserme, centri commerciali) e quantità (in base alla popolazione) da rispettare, però, di anno in anno scendono un po’ in tutto il mondo e con essi tante cabine vanno al macero.
Gli Stati Uniti dagli oltre 2 milioni di cabine sparse sull’immenso territorio nel 1997, sono scesi a 872mila circa; in Giappone nel 1995 i telefoni pubblici erano più di 800mila, mentre nel 2007 se ne contavano appena 361mila. Andamenti analoghi si registrano in Europa. In Francia i ‘publiphones’ sono oggi poco più di 150mila, mentre nel 2000 sfioravano i 230mila: di pari passo i ricavi della telefonia pubblica, scesi a 333 milioni di euro dai 516 di nove anni prima.
La Spagna, che sta valutando una revisione degli obblighi di telefonia pubblica posti in capo a Telefonica, nel 2008 contava circa 66mila telefoni ‘a gettone’, mentre nel 2002 ne aveva quasi 95mila. Insomma, non c’é da nessuna parte un Colin Farrell costretto a rimanere nella cabina telefonica di New York come nel film ‘In linea con l’assassinò: però c’é ancora qualcuno che il telefono pubblico, invece di sradicarlo dall’asfalto, lo installa.
Una comunità Amish del Maryland, comunità per sua natura allergica a ogni elemento di modernità, dopo infinite discussioni ha ottenuto il via libera per sistemare una decina di cabine (sobrie e bianche) sul proprio territorio. Motivo? Porre rimedio al deserto telefonico imposto dalle compagnie che, come in tutto il resto del mondo, hanno eliminato gli apparecchi pubblici anche in quella zona.
Fonte: Siciliainformazioni.com