I cittadini europei possiedono più di 495 milioni di cellulari e il mercato dei contenuti – trainato da suonerie, loghi e wallpaper – era stimato nel 2007 pari a 691 milioni di euro.
Un mercato trainato soprattutto dai ragazzi, ma che nasconde non poche insidie, tanto che tra il 2007 e il 2009, l’antitrust italiano ha comminato agli operatori del mercato multe complessive per oltre nove milioni di euro.
Il Garante per la Concorrenza e il Mercato ha reso noti oggi i risultati dell’attività di tutela dei consumatori e le evidenze raccolte nell’ambito di un’indagine a tappeto (sweep) condotta su scala europea per verificare il livello di trasparenza dei siti internet che offrono questo tipo di servizi.
L’Autorità italiana ha fatto sapere di aver chiuso 19 istruttorie per pratiche commerciali scorrette, comminando multe per 8 milioni e 360mila euro, ma – ha sottolineato – “…se si considerano anche i procedimenti avviati prima dell’entrata in vigore della direttiva europea di tutela del consumatore (dlgs. 145 e 146 dell’agosto 2007) il totale delle multe arriva a nove milioni e 45mila euro”.
In Italia, su 7 siti controllati, 4 erano in contrasto con le disposizioni comunitarie, in quanto non mettevano in adeguata evidenza le informazioni relative all’effettivo contenuto del servizio, ai costi e alle modalità di fruizione, inclusa la disattivazione.
Per queste pratiche scorrette, l’Antitrust ha comminato multe a diverse società fornitrici dei servizi ma anche gli operatori mobili che hanno tratto vantaggi economici dalle offerte in questione.
Oltre a Tim-Telecom Italia, Vodafone, Wind e 3 Italia-H3G, l’Antitrust ha condannato le società: Zeng, Zed Italia, Fox Mobile e Tutto gratis.
I loro siti non fornivano informazioni chiare ad esempio sul numero di suonerie vendute per il prezzo menzionato o sui costi delle stesse.
A livello europeo, su 301 siti controllati, il 70% è risultato non conforme alle normative comunitarie: 159 siti sono stati corretti (52% dei casi), mentre 54 siti hanno chiuso (17% dei casi).
L’indagine si è concentrata in particolare su 3 tipi di pratiche commerciali scorrette: informazioni poco chiare sul prezzo dell’offerta, mancanza di informazioni complete in merito al commerciante, pubblicità ingannevole, in particolare – ha chiarito la Commissione – nei casi in cui si pubblicizzavano le suonerie quali “gratuite” mentre invece il consumatore era poi tenuto a pagare un abbonamento.
Pratiche in aperta violazione della direttiva sulle pratiche commerciali sleali (2005/29/CE), della direttiva sui contratti a distanza (1997/7/CE) e della direttiva sul commercio elettronico (2000/31/CE).
La problematica riscontrata più frequentemente nei siti analizzati sul territorio europeo riguarda le mancanza di informazioni necessarie per contattare il commerciante: in 225 siti su 301 il suo nome, l’indirizzo geografico o gli estremi per contattarlo erano incompleti, in aperta violazione della direttiva sul commercio elettronico che prescrive l’indicazione dei dettagli dell’erogatore del servizio, compreso un indirizzo di posta elettronica.
I garanti Ue hanno quindi riscontrato in 124 siti su 301 l’incompletezza delle informazioni sui prezzi: molto spesso, infatti, le società che li gestiscono omettono di segnalare con la dovuta chiarezza l’aggiunta di tasse, oneri aggiuntivi o canoni alla cifra indicata o non specificano che accettando un singolo contenuto viene sottoscritto un vero e proprio abbonamento, dal quale è poi difficilissimo disimpegnarsi.
Infine, 105 siti su 301 presentavano informazioni in modo ingannevole: quelle relative al contratto, ad esempio, erano sì disponibili ma erano scritte in caratteri piccoli o difficili da reperire. In particolare, in molti casi i servizi erano presentati come ‘gratuiti’, ma in realtà vincolavano il consumatore a sostenere degli oneri o a un contratto di lunga durata.
I risultati dell’attività di contrasto dell’antitrust italiano alle truffe legate al’acquisto dei contenuti mobili sono stati presentati a Bruxelles dal direttore generale della Tutela del Consumatore Paolo Saba, in occasione della conferenza stampa di presentazione dell’indagine a tappeto cui hanno partecipato 27 Stati membri, la Norvegia e l’Islanda. La conferenza stampa è stata presieduta dal Commissario Ue alla protezione dei consumatori Meglena Kuneva, che più volte ha espresso la sua soddisfazione per l’operato dell’Antitrust italiano per le pratiche commerciali scorrette riguardanti i servizi legati alle suonerie.
Nel corso della conferenza stampa, la Kuneva ha sottolineato il ruolo leader che l’Italia ha svolto in quest’indagine costata “innumerevoli ore di lavoro” alle Autorità nazionali.
“Non è giusto – ha detto la Kuneva – che i giovani siano vittime di pratiche fraudolente come ad esempio le pubblicità ingannevoli che li inducono a sottoscrivere abbonamenti per suonerie che pensavano fossero gratuite. I genitori non dovrebbero trovare brutte sorprese nella bolletta del telefono quando i loro figli, per inavvertenza, si sono impegnati a versare un canone superiore a quello sul quale si erano accordati”.
“In Italia – ha aggiunto – queste pratiche scorrette sono state prese molto sul serio ed è stato fatto un eccellente lavoro, con multe importanti a 9 grandi società”
Più volte il Commissario europeo ha sottolineato che l’economia delle pratiche sleali va ‘disinquinata’, così come va fermato l’inquinamento dell’ambiente, e ha indicato l’Antitrust italiano come un “esempio concreto di come possono funzionare bene le norme europee sulle pratiche commerciali sleali, sia per la protezione dei consumatori e che per garantire la concorrenza”.
In totale, incluse le istruttorie avviate sulla base dell’indagine europea, l’Antitrust italiana ha concluso 19 procedimenti sanzionatori per pratiche commerciali scorrette di cui 4 avviati prima dello sweep e 11 avviati successivamente.
Il DG Paolo Saba, da canto suo, ha affermato che “per l’autorità italiana garante della concorrenza questa iniziativa repressiva ha raggiunto risultati importanti nell’interesse dei consumatori che effettuano transazioni on line e transfrontaliere”.
“I risultati ottenuti – ha aggiunto – rappresentano un importante passo avanti sulla via di una protezione più efficace dei consumatori europei e di una politica di tutela dei consumatori maggiormente integrata sul piano europeo”.
Anche per la Kuneva, “…la cooperazione su scala europea in materia di forza pubblica può fare veramente la differenza quando si tratta di ripulire un mercato nell’interesse dei consumatori”.
Nuove indagini a tappeto su scala europea saranno condotte anche nel 2009-2010. Le autorità nazionali, intanto, dovranno impegnarsi a risolvere i casi rimasti in sospeso.
Fonte: key4biz.it