VMWare ha già rilasciato un prototipo che permette il dual boot fra Android e Windows Mobile, ora scommette che il mercato sia pronto per un utilizzo più continuo del multiboot. Il prototipo MVP eseguito su un N800 dimostra che l’hardware dei device mobili è pronto per il multiboot, pratica ormai diffusissima nei desktop.
La possibilità di avere vari sistemi operativi sullo stesso handheld appare a prima vista utile solo a soddisfare le smanie di qualche nerd. In fin dei conti le velocità medie dei palmari fanno pensare a una roba pesante e lenta, fra l’altro esteticamente orribile visto che per ora il multiboot deve girare a bassissimo livello durante l’avvio del device.
D’altronde, essendo scontato che gli handheld accresceranno notevolmente le proprie capacità di calcolo nei prossimi anni, l’avvento di un multiboot potrebbe portare a ribaltare il rapporto oggi strettissimo fra hardware e S.O. degli apparati mobili.
Abbiamo solo visto qualcosina con l’uscita di Android e il proliferare – troppo disordinato secondo alcuni – dei modelli che supportano il S.O. di Google, ma anche qui BigG preferirebbe spingere sul suo harware customizzato piuttosto che star dietro ai problemi di legacy con i costruttori.
Perché non ipotizzare dunque uno sviluppo del mercato mobile che, grazie a hardware più potente, azzeri completamente il problema e riparta dal confronto fra diversi S.O. – un po’ quello che successe con i compatibili PC negli anni ‘80?
Fonte: theinquirer.it
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