Il magistrato numero uno nella lotta alla ‘ndrangheta lancia l’allarme: «caiuta le mafie» come riporta il blog di Emilio Grimaldi. Nicola Gratteri, procuratore aggiunto presso la Dda, direzione distrettuale antimafia, del Tribunale di Reggio Calabria, e magistrato della Dia, Direzione investigativa antimafia, torna a ribadire che alle Procure serve l’algoritmo per intercettare il sistema di telefonate VoIp.
Già nei mesi scorsi Skype aveva detto di non poter rivelare «il codice per ragioni di privacy» e di non poter «fornire la tecnologia necessaria per la decrittazione e l’ascolto delle comunicazioni che avvengono» attraverso il loro sistema ma che se si sarebbe comunque messo a disposizione degli inquirenti per trovare una strada percorribile.
«Servono norme internazionali che regolino il settore», è tornato a ribadire Gratteri. «In modo che chiunque crea nuove tecnologie di comunicazione al contempo deve fornire agli Stati i sistemi di controllo per la sicurezza stessa dello Stato e dei cittadini».
Il magistrato ha bocciato senza proroghe la volontà dell’esecutivo di ridurre le intercettazioni perchè definite troppo costose.
«Servono solo 12 euro al giorno per intercettare in confronto ai pedinamenti, alle pattuglie e agli straordinari delle forze di polizia», ha ribadito il procuratore che ha anche sottolineato come gli ‘ndranghetisti si stiano attrezzando: comunicano via Skype, o utilizzano social network come Facebook.
E’ anche vero, però, che pare che qualche passo in avanti sulla intercettazione di Skype sia stato fatto.
Lo scorso dicembre, infatti, è stato arrestato il presunto pirata informatico Fabrizio Iannelli, esponente di tre bande nel Napoletano che ha ottenuto milioni di euro truffando società e banche
La cattura del cracker al soldo della camorra, scrive Pino Bruno, «sottolinea la professionalità e la capacità degli investigatori italiani di individuare, pedinare, intercettare e arrestare i delinquenti che agiscono sul web.
I detective della Polizia delle Comunicazioni hanno dimostrato che è difficile ma non impossibile seguire le tracce digitali di un criminale, sia pur abile come Iannelli, che si era rifugiato in una piccola isola thailandese. A tradirlo – quasi una beffa – è stata l’eccessiva sicurezza nei confronti della rete».
Il cracker, continua Bruno, «è stato intercettato anche su Skype. Questa circostanza conferma che il ministro dell’interno, Roberto Maroni, è riuscito nel suo intento, e ha ottenuto la chiave per decodificare il codice criptato adottato da Skype per le comunicazioni tramite VoIP».
Fonte: primadanoi.it