Sino a ieri lo conoscevamo come HTC Incredibile, ma da oggi, dopo la presentazione tenuta CTIA statunitense, lo potremo chiamare con il suo vero nome e cioè HTC Evo.
Evo come evoluzione, perchè non si era mai visto sino ad ora uno smartphone dalle caratteristiche simili, ed è un peccato che sia riservato solo al mercato americano e al gestore Sprint in particolare, ma chissà che in un futuro non troppo remoto HTC non ne realizzi anche una versione europea.
Il design ci ricorda molto l’HTC HD2 ed infatti Evo deriva strettamente da questo modello da cui prende il form factor e il maxi display da 4,3 pollici. Anche l’hardware è molto simile all’HTC HD2 perchè l’Evo monta il Chipset Snapdragon ma in una versione adatta per le reti mobili del gestore Sprint che non sono compatibili con il Gsm.
La piattaforma software scelta è il S.O. Android 2.1 con l’ultima versione dell’interfaccia grafica Sense. Il mix tra Android 2.1 e il Chipset Snapdragon, come abbiamo già avuto modo di vedere nel Nexus One, risulta vincente offrendo prestazioni di primissimo livello in termini di velocità e reattività.
Ma siamo solo all’inizio perchè questo smartphone offre ancora moltissime soprese ed esclusive. Evo sarà il primo smartphone Android ad integrare il supporto alle reti WiMax per offrire il massimo in termini di connettività mobile.
Lo smartphone monta inoltre una cam da 8Mpx che permette di registrare video in HD a 720P. Viene introdotta anche una piccola cam frontale che permetterà la video chat, un’aspetto questo richiesto a gran voce da moltissimi utenti.
Troviamo ancora un’uscita HDMI per trasferire o riprodurre i nostri video in HD su supporti esterni.
Tutto il resto è standard (si fa per dire) per un terminale di fascia alta e quindi Ram da 512Mb, Rom da 1Gb espandibile con una microsd da 8Gb inclusa, Wi-Fi, Bluetooth, Gps con bussola….
C’è davvero da perderci la testa, peccato che come detto, in Europa non arriverà mai, ma chissà che HTC non ci stupisca ancora una volta proponendo un Evo2 da commercializzare anche qui da noi.
Fonte: blog.pmi.it