A quanto pare il gruppo Telecom dovrà fare presto i conti con un protagonista certamente inaspettato, parliamo dell’Unione Europea che, nelle ultime ore, ha disegnato una sorta di cornice costituzionale a cui i gestori di telefonia dovranno inevitabilmente adeguarsi per poter sviluppare le nuove reti Ngn.
Le nuove reti in questione saranno capaci di offrire agli utenti connessioni molto più veloci e stabili rispetto alle normali linee ADSL di cui disponiamo attualmente.
Sembra che in sostanza la commissione europea abbia richiesto alle Authority nazionali dei vari Paesi Membri, di imporre ai grandi gruppi di telefonia tra cui Telecom Italia una serie di obblighi e limitazioni, difatti si legge nelle nuove disposizioni che i grandi colossi dovranno concedere ai concorrenti accesso alle nuove reti, seppure in maniera variabile e a diversi livelli.
In prima istanza l’operatore dominante sul mercato non potrà esimersi dal condividere i cavidotti né tautomero impedire l’accesso alla propria fibra spenta, in questo modo gli altri operatori dovranno e potranno usufruire delle infrastrutture in passivo di Telecom, in particolare nell’ultimo miglio che va dalla centrale fino alla casa del cliente.
Ovviamente i gestori alternativi dovranno comunque provvedere alla costruzione di una propria infrastruttura in fibra, compreso veri e propri apparati in centrale ovvero nella parte attiva.
Altra imposizione atterrà ai prezzi, difatti per poter usufruire dei cavidotti e della fibra spenta i gruppi minori dovranno comunque pagare, ma sembra che anche i prezzi non saranno liberi ma bensì stabiliti dall‘Authority.
A quanto pare, quindi, se la Raccomandazione UE nella sua versione ufficiale manterrà le stesse linee della bozza in questione, mirerà fondamentalmente ad una spinta verso una condivisione maggiore del rischio tramite accordi tra le parti.
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