Rispetto al resto dei paesi europei l’Italia sembra guadagnare qualche punto in merito alla penetrazione e all’utilizzo dei telefoni cellulari e del broadband mobile, e inoltre, si rivelano essere particolarmente buoni e interessanti anche gli investimenti che quest’ultima ha deciso di mettere a punto per poter potenziare il settore.. ma sembra esserci un grosso limite a questo scenario in apparenza florido e tranquillo, ovvero, il prezzo delle tariffe che ha raggiunto costi oggettivamente troppo alti per il contesto economico, sociale e di vita dei cittadini.
A rendere noto tale aspetto, il rapporto annuale sulle TLC meticolosamente stilato dalla Commissione Eurupea che, oltre ad una serie di dati generici sull’andamento del settore, ha fornito dettagli importanti sullo sviluppo della banda larga, affermando che quest’ultima sembra aver raggiunto un buonissimo livello di espansione nonostante i costi troppi elevati del servizio.
Ma quale potrebbe una buona soluzione che porrebbe porre un freno ai prezzi consentendone la spesa?
A quanto pare la risposta data dalla commissione attiene ad una maggiore integrazione tecnica e normativa, al momento ancora lontana dall’essere realizzata data la presenza di una serie di limiti legislativi.
Sembra che a guidare la classifica attinente al grado di penetrazione della banda larga nell’intero territorio europeo siano Danimarca ed Olanda, dato che oltre il 40% della popolazione sembrerebbe usufruirne.
L’Italia allo stato attuale mantiene una media pari al 20%, ma sembra aver fatto buoni progressi rispetto agli anni precedenti rispettare quanto riguarda la tempistica relativa al cambio di gestore.
Se infatti solo 2 anni fa in media bisognava aspettare quasi 10 giorni per poter cambiare l’operatore mobile e circa una settimana per quello fisso, al momento si richiedono contestualmente 5 e 6 giorni.
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