Una tra le azioni tra le più temute dai programmatori è il jailbreaking: un processo che permette di modificare i file di sistema originali di un sistema operativo che è chiuso. Questa operazione permette di accedere alle cartelle del sistema dal proprio dispositivo, istallando software e applicazioni che non siano quelli ufficiali. Una sorta di “falsificazione” che rende non più valida la garanzia, e permette di agire sul sistema.
Un primo passo verso questa operazione è stato compiuto da uno sviluppatore australiano, che sta lavorando sul Windows Phone 7. Chris Walsh sembra sia stato in grado, attraverso il codice nativo, di un’ applicazione, di farla girare sul sistema operativo WP7.
Vi è un’ associazione di sviluppatori XDA- developers, che ha dato il via ad un forum, il cui membro dal nick name “hunsell” , ha scoperto un driver DLL sfruttando un’ applicazione della Samsung chiamata Network Profile. Lo sviluppatore australiano a partire da questa operazione, utilizzando la “scoperta” di hunsell, ha compiuto un passo importante verso il jailbreak: è stato in grado di caricare una sua applicazione, entrando nel sistema operativo, comunicando direttamente con WP7, evitando il framework degli sviluppatori.
Si comprende come questa operazione sia densa di conseguenze: far girare un’ applicazione che non sia tra quelle fornite dalla Microsoft, su un sistema operativo significa modificare cartelle di registro e quindi entrare nel “muro di difesa” che sviluppatori hanno creato intorno a Windows Phone 7.
E’ inutile dire che un’azione del genere oltre a permettere di installare software e applicazioni non originali, può in alcuni casi compromettere il buon funzionamento del dispositivo e renderlo più vulnerabile a virus.
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