Ormai è una corsa all’annuncio che non conosce più soste e, di conseguenza, il binomio cellulari/social network si fa sempre più stretto. Qualche giorno fa Research In Motion ha confermato la disponibilità di Facebook for BlackBerry 1.6, la nuova versione dell’applicazione che permette di visualizzare gli aggiornamenti (di profili e contatti) direttamente dalla home page del social site più popolare del mondo.
Il che significa poter caricare e visualizzare foto e post in bacheca o inviare messaggi (“poke”) ancora più facilmente dallo smartphone. Portare l’esperienza del Web 2.0 dal pc al cellulare è anche la missione della “new entry” di Lg Electronics, la serie inTouch, presentata alla stampa ieri a Milano.
Il produttore coreano è da tempo molto sensibile alle potenzialità del fenomeno social networking in mobilità e i risultati ottenuti con il primo terminale indirizzato a questo mercato – la serie Lg Tribe lanciata in Italia in esclusiva con Tim nell’autunno 2008, che ha venduto 260mila unità in Italia fino a oggi – parlano in tal senso
Il nuovo cellulare, che sarà in vendita sempre con Tim a partire da metà giugno, è di fatto l’evoluzione del modello Tribe e rispetto a quest’ultimo aggiunge lo schermo full touchscreen da 2.8 pollici e il supporto delle reti 3,5G Hsdpa per la connettività Internet, fino a una velocità massima di 7.2Mbps in download. La tastiera Qwerty a scorrimento è praticamente la stessa del precedente e rimane uno dei punti di forza dichiarati insieme al prezzo, fissato a 199 euro al pubblico. Anche inTouch vanta di serie il “client” per l’accesso immediato a Windows Live Messenger (oltre alla possibilità di sincronizzare la propria casella di posta elettronica tramite Microsoft Exchange) mentre la novità in salsa 2.0 è l’applicativo (anch’esso precaricato sul cellulare) per Facebook.
Chattare, inviare e ricevere e-mail, postare commenti, giocare, ascoltare musica, girare filmati e fare tutto ciò che è “social” a portata di touch e di una comoda tastiera: questo in definitiva il biglietto da visita con il quale il nuovo cellulare si presenta a una fascia di utenza che non sono più i teen ager del Tribe (venduto a 149 euro e prossimamente oggetto di ribassi) ma la fascia dei giovani dai 16 ai 24 anni.
Il popolo del social networking insomma, quello che più contribuisce a fare di Facebook un fenomeno da oltre 10 milioni di utenti solo in Italia.
In autunno il “social phone” basato su Android
Michelangelo Tursi, responsabile della divisione Telco di Lg in Italia, non ha fatto previsioni di vendita nel presentare la serie inTouch ma ha ribadito alcune caratteristiche distintive di un terminale che presto – nel corso dell’autunno – avrà un seguito con il lancio di un modello ancora più ricco di funzionalità basato su Android, la piattaforma open source di Google.
“Essere per un produttore in linea con le dinamiche del social networking – ha detto Tursi – significa creare terminali con tastiere estese, e cioè con un fattore forma che garantisca agli utenti un’usabilità molto elevata, adatti a poter portare gli applicativi del Web 2.0 dal pc al cellulare. E significa anche lavorare in stretta sinergia con gli operatori mobili per definire prezzi del terminale, tariffe e pacchetti accessibili al mass market. Il nuovo inTouch costa 199 euro, meno della metà degli smartphone multimediali che vanno per la maggiore, e con i vari piani prepagati proposti da Tim (Special Pack Tribù, Maxxi Internet Week e TIMtribù 2.0, ndr) si può usufruire di messaggistica istantanea, navigazione Internet e traffico e-mail in grande quantità con soli due o tre euro a settimana”.
E se socializzare su Facebook dovesse un giorno passare di moda? Nessun problema. Lg in Touch, sottolinea in tal senso Turci, “è stato sviluppato a livello ingenieristico per evolvere, prova ne sia il fatto che si potranno in futuro scaricare, gratuitamente, altri applicativi di social network, a cominciare da quello per Twitter già entro il 2009”.
In casa Lg si sentono inoltre sicuri di aver fatto le cose per bene in termini di posizionamento del prodotto per evitare la possibile interferenza dei netbook – “i mini pc sono un prodotto di grande appeal per il nostro target di utenti ma costano oltre 300 euro e una tale differenza di prezzo è molto rilevante”, ha rilevato Turci – e solo su un fronte la casa coreana rimane alla finestra.
Quello di un proprio negozio di applicazioni per cellulari. “Se apriremo anche noi un App store? Solo quando il mercato – conclude Turci – sarà maturo dal punto di vista della domanda di applicativi da parte della grande massa di utenti mobili”.
Fonte: ilsole24ore.com