La studentessa modello sorpresa con un telefonino in classe durante la prova di matematica agli esami di maturità. Un cellulare lo aveva già consegnato, come la legge prevede, ma l’altro se l’è tenuto in tasca, «forse come una sorta di sicurezza, come la coperta di Linus» commenta oggi il preside del liceo scientifico Cassini di Genova, con l’amaro in gola.
Perché questa imprudente fanciulla – la seconda studentessa in Italia sorpresa e punita insieme ad un candidato di Mestre per via della mancata consegna del cellulare – è una “tutti otto e nove” che poteva conseguire la maturità se non con la lode, almeno con cento, il massimo dei voti. Il preside Massimo Angelini non si capacita.
«Forse ha controllato l’ora perché stava scadendo il tempo per la prova di matematica: sa come sono i ragazzi, usano il cellulare, come se fosse l’orologio….». Forse. La commissione d’indagine non ha creduto a tutti i tentativi di spiegare la buona fede del gesto.
E l’ha rispedita a ricominciare la quinta liceo. Beati ragazzi con queste “dipendenze” di cui non si liberano neppure i più bravi che non hanno niente da copiare, niente da temere, eppure rischiano, eppure sfidano.
Quest’anno all’istituto tecnico Enrico Tosi di Busto Arsizio per evitare che qualche studente cadesse nella trappola della propria insensatezza hanno sperimentato, in collaborazione con il ministero dell’Istruzione, il blocco dei cellulari utilizzando un sistema che li rende muti e inattivi.
Beata maturità: bisogna trattarli come bambini di sei anni per far loro capire la differenza fra quello che si può e non si può fare. E se non lo capiscono i più bravi, pensate i somari.
Fonte: Ilsecoloxix.ilsole24ore.com
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